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Covid 19, la mascherina sarà indispensabile anche con l’arrivo del vaccino

La distribuzione del primo vaccino contro il Coronavirus sembra vicina, In molti la attendono come la soluzione definitiva per la pandemia che ha ambiato per sempre il nostro stile di vita. E che sta mettendo in ginocchio l’economia mondiale. Ma forse si sta sopravvalutando il potere del vaccino. Infatti, se da una parte rappresenta uno strumento indispensabile per arginare la diffusione del contagio, dall’altra sarebbe un errore vederlo come una soluzione a breve termine del problema.

Il motivo è molto semplice, e e lo spiega Ilaria Capua, la direttrice dell’One Health Center of Excellence dell’università della Florida: “Chi si vaccina contro il coronavirus non si ammala ma si può infettare lo stesso e trasmettere la malattia se non porta la mascherina. Considerando la distribuzione, la somministrazione e la risposta che è necessaria per avere l’immunità, io direi un mesetto dalle prime somministrazioni”.

Insomma la somministrazione del vaccino sarà utilissima per proteggere le fasce di popolazione più esposte, come medici e infermieri. E più a rischio, come gli anziani e coloro i quali sono portatori di malattie croniche. Ma chi crede che con l’arrivo del vaccino potrà circolare liberamente, come nulla fosse, si sbaglia di grosso. Un dato è certo: l’utilizzo della mascherina chirurgica, il dispositivo più utilizzato e più efficace nel corso di questi mesi, continuerà ad essere indispensabile anche nei prossimi mesi.

Perchè chi si vaccina potrà comunque infettarsi ed essere portatore di virus. Rappresentando dunque una fonte di contagio. Bisogna poi considerare che il vaccino non sarà immediatamente disponibile per tutti. Ci vorranno mesi prima che possa essere un elemento comune di tutta la popolazione. Sarà un aiuto, ma certo non la soluzione. Servirà ad alleggerire la pressione sugli ospedali, e già questo sarà un risultato straordinario.

Mascherine chirurgiche: proteggono gli altri, poco chi le indossa

Mascherine chirurgiche: proteggono gli altri, poco chi le indossa

Le mascherine chirurgiche, così chiamate perchè utilizzate appunto dai chirurghi in sala operatoria, sono un dispositivo che protegge gli altri, ma poco chi le indossa. E infatti la loro funzione, nasce, in sala operatoria, proprio dalla necessità di proteggere i pazienti da possibili infezioni trasmesse da medici e infermieri che stanno operando su ferite aperte.

Questo significa che indossare una mascherina chirurgica in una situazione in cui gli altri non indossano alcun dispositivo, vuol dire essere molto vulnerabili. Per questo, la mascherina chirurgica viene definita un dispositivo altruista. La sua efficacia raggiunge il suo obiettivo se tutti la indossano. Limitano la diffusione nell’ambiente di particelle potenzialmente infettanti del 95%, ma proteggono chi le indossa solo al 20%.

Ci sono poi le mascherine fai da te. Uno studio americano condotto dai giornalisti del New York Times ha provato a verificare l’efficacia di questi dispositivi. Qualcuno usa la “carta asciugatutto”, che al di là dei sorrisi che può provocare, è in grado di filtrare il 96 percento di droplets e il 33 percento di aerosol.

Stesso discorso per il tessuto da cucito in cotone, in grado di proteggere al pari di una mascherina. Meno bene jeans e tela, che filtrano circa il 90 per cento di particelle grandi e circa un terzo di particelle piccole. Si scende di efficacia con le mascherine ricavate da magliette in cotone con circa il 77 percento di droplets frenati e il 15 percento di aerosol.

Infine sciarpe e bandane: pur essendoci grande varietà di materiale all’interno di questa categoria, nel complesso i test hanno verificato che non forniscono una buona protezione.

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Mascherine chirurgiche: gli errori comuni da evitare

L’uso della mascherina per proteggersi dal Covid è ormai entrato a far parte della nostra quotidianità. Un po’ come accaduto per la cintura di sicurezza: all’inizio ci sentivamo tutti a disagio nel metterla, adesso accade il contrario. E’ impossibile o quasi, anche per strada e all’aperto circolare senza. Ci si sente, nudi, vulnerabili, non protetti e soprattutto ci si sente un pericolo per gli altri.

Ma se usare la mascherina chirurgica rappresenta un dovere, è bene tenere presente che il semplice gesto di indossarla non esaurisce il protocollo di sicurezza indispensabile per essere protetti. In altre parole, si può anche usare la mascherina regolarmente, ma se poi si commettono altri errori, si rischia di vanificare il suo effetto.

Errori comuni

Quali sono questi errori? Innanzitutto è buona norma non toccare la mascherina con le mani se non si è sicuro di averle igienizzate. Pr questo diventa indispensabile abbandonare l’abitudine di toccare costantemente la mascherina. se la si tocca con mani non disinfettate, si rischia di renderla un ulteriore mezzo di contagio.

Per essere sicuri, indossate e togliete la mascherina solo dopo esservi lavati le mani e non toccatela, se possibile, durante.

Un altro elemento importante da comprendere riguarda il fattore di protezione della mascherina. Che non costituisce un baluardo insormontabile per il virus. Per cui anche se avete la mascherina non rinunciate al distanziamento sociale e cercate di sostare in ambiente ben areati.

Un altro elemento da tenere presente è banale ma purtroppo, basta farsi una passeggiata, non è stato ben compreso a tutti. La mascherina è efficace solo se indossata coprendo sia naso che mento.

Allo stesso modo, non abbandonate la mascherina ovunque: non tenetela in tasca e non poggiatela su un tavolo, in auto o sul divano. E’ un veicolo di contaminazione, per cui cambiatelo spesso. Le mascherine chirurgiche sono monouso: significa che potete usarle per due, massimo sei ore. Poi vanno sostituite.

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Mascherine chirurgiche, come smaltirle in modo corretto

Capita ormai sempre più spesso, purtroppo, di imbattersi per strada in mascherine abbandonate. Talvolta cadono distrattamente di mano o dalla tasca del proprietario. Altre volte vengono gettate di proposito, senza la coscienza di quale danno all’ambiente può provocare questo indispensabile dispositivo di protezione individuale.

Le mascherine chirurgiche vengono ormai usate a milioni ogni giorno. Ma non tutti hanno ben compreso come smaltirle in maniera opportuna per fare in modo che non costituiscano un sovraccarico ulteriore per il già bistrattato ambiente.

Le mascherine infatti sono costituite di materiale non biodegradabile, per cui uno scorretto smaltimento diventa disastroso per l’ambiente, in particolar modo per i corsi d’acqua nel momento in cui dovessero finire in essi.

C’è innanzitutto una prima distinzione da fare: se si è positivi al Covid o no. In caso di positività, non bisogna più differenziare i rifiuti di casa. E’ necessario smaltire le mascherine nei rifiuti indifferenziati.

Meglio se vengono inseriti in un sacchetto. Chi invece, fortunatamente, non è positivo, può continuare a fare la raccolta differenziata. Smaltendo le mascherine nei rifiuti indifferenziati.

L’emergenza è nei numeri forniti sono 300.000 le tonnellate in 8 mesi tra guanti e mascherine finite nei rifiuti in Italia. E con il perdurare della pandemia i numeri non possono che aumentare. Diventa quindi indispensabile mantenere alta la coscienza civica. Non solo nell’uso di questi indispensabili dispositivi di protezione individuale, ma anche nel loro corretto smaltimento. In modo che non diventino una pesante eredità con cui fare i conti una volta terminate l’emergenza pandemica.

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Mascherina e lenti appannate: 3 trucchi e soluzioni per chi porta gli occhiali

La mascherina è un dispositivo di cui non possiamo fare più a meno. La sensazione è che le cose non cambieranno ancora per diversi mesi. Anche dopo la fine della pandemia, che tutti ci auguriamo possa essere più vicina possibile, la sensazione è che le mascherine chirurgiche non scompariranno del tutto dalle nostre strade e dai nostri negozi e centri commerciali. Anche quando non ci sarà più l’obbligo di indossarla, la paura resterà. E come già capita da diverso tempo in molti Paesi del mondo, continueremo a usarla. Anche se probabilmente non come ora.

Che sia un dispositivo poco piacevole da indossare è cosa nota, ma per alcune persone il fastidio è doppio. Chi indossa gli occhiali da vista, infatti, sa bene come le mascherine causino un sistematico appannamento delle lenti, molto problematico se si è alla guida, al lavoro o semplicemente se si sta passeggiando. Ci sono però dei sistemi per evitare che questo accada, sistemi che conoscono bene coloro i quali lavorano da sempre con le mascherine, anche prima della pandemia.

Perchè le lenti si appannano

Innanzitutto è necessario capire perchè le lenti si appannano: se la mascherina è indossata correttamente, copre naso e mento, dirottando l’aria calda emessa da naso e bocca verso l’alto dove entra in contatto con le lenti degli occhiali.

La conseguenza è che, soprattutto con il fresco, il vapore acqueo caldo si condensa sulla superficie più fredda della lente e forma minuscole goccioline. Ciò comporta la dispersione della luce e la riduzione della capacità visiva.

Soluzioni per non far appannare gli occhiali

I chirurghi propongono questa soluzione. Prima di indossare una mascherina, lavate gli occhiali con acqua e sapone. Poi, asciugate le lenti con un fazzoletto morbido prima di indossarli nuovamente. Il lavaggio degli occhiali con acqua e sapone lascia una sottile pellicola di tensioattivo che impedirà alle molecole d’acqua di accumularsi sulla lente.

Altro sistema, meno comodo, è quello di ripiegare un piccolo strato della parte superiore della mascherina verso l’interno. Oppure, ultimo trucco, potete inserire un fazzoletto di carta all’interno della mascherina in modo da provare ad assorbirà l’umidità in eccesso, prima che si depositi sulle lenti.

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Mascherina in auto: quando bisogna indossarla e con chi

Con l’aumento dei contagi e la minaccia di un nuovo lockdown totale esteso a tutta la Penisola, l’uso della mascherina chirurgica diventa sempre più un baluardo irrinunciabile per la protezione individuale e altrui. Ma anche per evitare di incorrere in sanzioni che spesso possono essere anche molto pesanti.

Se sull’utilizzo della mascherina nei luoghi chiusi e pubblici ci sono pochi dubbi (va usata sempre e comunque) e sull’utilizzo della mascherina all’aperto ormai ci sono comportamenti condivisi dalla quasi totalità della popolazione, esistono ancora delle zone d’ombra circa la regolamentazione che riguarda particolari fattispecie.

Una di queste, è senza dubbio l’automobile. Se da un lato fa sorridere l’utilizzo della mascherina da parte di un conducente del tutto solo in auto, no fa altrettanto sorridere la situazione che può configurarsi quando ci sono dei passeggeri. E la cui comprensione parziale può portare a multe salate. Vediamo di fare un po’ di chiarezza.

Inlinea generale, vale il principio di convivenza. Se si viaggia con persone con cui si convive, non c’è l’obbligo della mascherina. Questo esula dal grado di parentela. Infatti ci può essere l’obbligo di portare la mascherina se si viaggia con il proprio fratello non convivente, mentre può non esserci l’obbligo nel caso in cui si viaggia con un amico con cui però si convive.

Insomma il principio del tanto celebre ‘congiunto’ di cui si è parlato ai tempi del lockdown, non vale in auto. Se si è congiunti ma non conviventi è come se si fosse estranei. Se non si è congiunti ma conviventi la mascherina non serve.

Ancora più delicata la questione del viaggio per motivi di lavoro. Sulle auto a noleggio con conducente bisogna sedere sui sedili posteriori, per un massimo di due persone, che devono viaggiare vicino ai finestrini e con la mascherina indossata. Obblighi che vengono meno in caso di presenza di separatore in plexiglass tra la parte anteriore e quella posteriore. Su furgoni o veicoli commerciali, possono viaggiare due persone sul triplo sedile anteriore con la mascherina. In ogni caso, nel dubbio, mettete la mascherina: le sanzioni previste per chi trasgredisce queste norme vanno da 533,33 a 1.333,33 euro.

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Mascherine chirurgiche per bambini: ecco perchè è importante usarle

Per fortuna i dati relativi al contagio Covid ha evidenziato come i bambini siano solo marginalmente colpiti da questa pandemia. Una buona notizia, tra le tante negative che arrivano ogni giorno da ogni parte del mondo. A conferma di ciò l’indicazione un po’ ovunque di farle indossare solo ai bambini dai 6 anni di età in su.

Molte mamme di bambini che rientrano in questa fascia di età, sono però preoccupate che l’utilizzo continuativo di una mascherina chirurgica per bambini, soprattutto a scuola, possa fare in qualche modo male alla salute del bambino. In questo senso dagli immunologi e dai pediatri arrivano le più ampie rassicurazioni.

Innanzitutto è stato specificato che le mascherine sono realizzate con materiali traspiranti che rendono più difficoltosa la respirazione del bambino, dunque non limitano l’apporto di ossigeno che la normale respirazione consentirebbe. Questo significa che la capacità cerebrale e di concentrazione del bambino non sarà in nessun modo condizionata dall’uso della mascherina.

Allo stesso modo, non esiste il pericolo che un eccesso di anidride carbonica possa essere accumulata e poi respirata all’interno della mascherina stessa, per la natura stessa dell’anidride carbonica, composta da piccole molecole, che non possono essere in alcun modo intrappolate dai materiali traspiranti delle mascherine.

Nessun pericolo dunque nemmeno per il sistema immunitario, che non risulta indebolito dall’uso della mascherina stessa, a patto che si seguano le raccomandazioni d’uso degli esperti: vale a dire tenere la mascherina pulita e non usare la stessa per più di quattro ore.

Insomma la mascherina resta ad oggi il sistema più efficace per limitare il contagio da covid19, ed è un bene che la utilizzino anche i bambini.

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Mascherine chirurgiche: come scegliere quelle più efficaci

L’obbligo di portare la mascherina, legale e morale, ha reso questo dispositivo un elemento inseparabile della nostra quotidianità. A prescindere dal tipo di attività o di vita sociale che ognuno di noi svolge, la mascherina va sempre indossata, all’aperto o soprattutto nei luoghi chiusi e affollati, per tutelare noi stessi e soprattutto gli altri.

In questo senso, indossarla correttamente diventa fondamentale, ma non solo. Diventa anche di primaria importanza comprendere le caratteristiche della tante mascherine in commercio, in modo da assicurare a noi stessi e a chi ci sta vicino, la massima protezione.

Innanzitutto è importante specificare che le mascherine devono rispondere a una serie di requisiti di funzionalità e di sicurezza dai quali non si può prescindere. Nello specifico, si tratta di cinque requisiti, cui devono rispondere le mascherine chirurgiche made in Italy per soddisfare la certificazione dell’Iss . Si tratta di requisiti contenuti nella norma UNI EN 14683 e sono: resistenza a schizzi liquidi, traspirabilità, efficienza di filtrazione batterica, pulizia da microbi e biocompatibilità. In altre parole, no devono causare allergie ai soggetti che le indossano.

Quando si parla di mascherine chirurgiche, spesso si ignora che non sono tutte uguali. Ne esistono di tre categorie: monouso, lavabili e lavabili con filtro. Qualunque sia il tipo di mascherina che scegliete, non potete prescindere dal verificare che disponga del marchio CE. In alternativa, è sufficiente che il prodotto disponga del placet dell’Istituto superiore di Sanità. In altre parole, deve essere presente la dicitura a norma «EN 14683» sulla confezione.

Le mascherine chirurgiche monouso sono formate da due o tre strati di tessuto non tessuto (Tnt) in fibre di poliestere o polipropilene. Lo strato più importante è quello intermedio è costituito da Tnt prodotto con tecnologia melt blown e costituito da microfibre di diametro 1-3 micron. E’ questa la parte di mascherina che svolge azione filtrante.